Non starò qui a incantarvi parlandovi della bellezza delle acque cristalline della Sardegna, ciò è già noto a tutti, ma prendere il sole sulla spiaggia della Pelosanon basta per affermare di ‘aver visitato’ quest’ isola, ancora selvaggia seppur ricca di cultura e storia, ed ecco allora che vi propongo un itinerario tra le perle sarde, passando per sapori, odori e colori che rendono unica questa terra.

Visitare il Canyon più grande d’ Europa: Ebbene si, nel cuore della Sardegna si trova il canyon più grande d’ Europa, Su Gorropu al centro del Supramonte, creato nel corso dei millenni dal Flumineddu (fiumicciattolo), questo percorso è lungo oltre 400 metri, e ufficialmente fino al 1975 nessuno ha mai attraversato la gola, infatti il percorso, è molto complesso e rischioso (circa 15 ore), per questo è necessaria un’adeguata attrezzatura. Il primo tratto è il più facile ed è quello che costeggia il Flumineddu, dopo aver attraversato una macchia ricca di lecci e oleandri giungerete a un innalzamento di altissime pareti rocciose, il punto più alto raggiunge 450 metri di altezza, ed è con questa cifra che Su Gorropu ha conquistato il titolo di ‘Gran Canyon d’Europa’.

Passeggiare nella Valle della Luna: Quello che era negli anni ’70 uno dei centri di raduno per tutti gli hippie d’Europa, è oggi una delle realtà turistiche più incontaminate dell’isola, a pochi passi da Capo Testa nei pressi di Santa Teresa di Gallura si trovano un insieme di 7 valli caratterizzate da enormi rocce granitiche, la più famosa di esse è quella del Teschio (130 m). Ognuna di queste valli possiede differenti grotte all’interno delle quali dai figli dei fiori ai giorni nostri le persone si ritrovano ad alloggiarvi, ciò è possibile grazie a una sorgente d’acqua dolce e potabile all’ingresso della valle; il periodo estivo è l’ideale per visitarla infatti questo periodo è ricco di festeggiamenti in onore della Luna, ove durante la sera vengono accesi grandi falò con canti e danze che durano tutta la notte.

Sciare a Fonni: Per alcuni pensare di poter sciare in Sardegna è un paradosso, invece, proprio nel cuore della Sardegna in Barbagia, precisamente a Fonni(Nuoro), ai piedi del Gennargentu a circa 1000 m. sopra al livello del mare, c’è l’ unico impianto sciistico di tutta l’ isola, con ben 3 piste lunghe 4 km, 2 impianti di risalita e molte altre attrezzature che formano il comprensorio sciistico di Bruncu Spina, diventato negli anni un noto centro invernale per tutti i turisti isolani e non solo.

Ammirare i Mammuthones: Tipico della città di Mammoiada (Nuoro), il costume del Mammuthone è uno degli emblemi della Sardegna, la caratteristica principale è una maschera di legno nera (di pero selvatico) dai lineamenti fortemente animaleschi, con zigomi sporgenti, piccole fessure per occhi e bocca, e sulla testa un fazzoletto marrone legato sotto il mento. Questi personaggi indossano una folta pelliccia nera di pecora che va a coprire l’abito di velluto anch’ esso nero, accessoriati con 30 kg di campanacci di ferro che vengono ripetutamente sbattuti, per questo prima di vederli li si sente e già in lontananza s’ inizia a rabbrividire per la loro suggestione. Divisi in due file da sei, vengono accompagnati da otto Issadhores, vestiti in modo completamente diverso, berretto nero, maschera bianca dai lineamenti fini, corpetto rosso e pantaloni bianchi, caratteristica principale è il loro lazoo, chiamato soha, che utilizzano per catturare le persone in mezzo la folla (dicono porti fortuna). Cosa rappresenti la cerimonia con esattezza non si sa, le ipotesi sono veramente molte, di certo è, che per diventare Mammuthones bisogna essere figli di Mammuthones, questa tradizione viene rispettata da secoli; ogni anno la loro prima apparizione avviene il 17 Gennaio, ma per tutto l’ anno questo splendido gruppo viene chiamato in ogni angolo dell’ isola, per questo durante il vostro soggiorno avrete sicuramente più di un’occasione per ammirarli.

Vedere le dune desertiche più alte d’ Europa: Nel vastissimo paesaggio che compone l’intera isola, non poteva di certo mancare un deserto, il più grosso d’Europa, grazie alle sue altissime dune (50 metri), questi monti dalla sabbia finissima divengono mano a mano un’ immensa spiaggia bagnata dal mare della Costa Verde, vi sono diversi tipi: quelli a Torre dei Corsari, a Pistis, a Scivu, ma le più famose rimangono quelle di Piscinas. Per raggiungere quest’ ultime, si possono percorrere due strade differenti: quella di Monte Vecchio che arriva a Marina di Arbus o dalla strada delle miniere di Ingortosu; una volta arrivati è d’obbligo rotolarsi per tutta la duna per poi correre in spiaggia e immergersi nelle acque cristalline dov’è possibile vedere il relitto di un antico vascello ancora carico di piombo.

Mangiare il carasau: Presente in ogni panificio e immancabile su qualsiasi tavola di ristorante, il Carasau è da sempre il ‘pane’ dei sardi, conosciuto anche come ‘carta da musica’ questa pietanza ha un’ origine antica, infatti, essendo un prodotto a lunga conservazione, veniva preparato per quei pastori, che, per lunghi mesi dovevano seguire il gregge in terre lontane da casa. La preparazione veniva effettuata solo da donne specializzate nella creazione di questo pane, dove sul primo impasto incidevano una croce scaramantica;  se per caso, durante il rito, fosse entrato qualche estraneo, entrambi avrebbero dovuto recitare delle frasi contro il malocchio. Il nome deriva da una delle fasi di cottura, ovvero la tostatura, infatti, a differenza del pane come tutti lo conosciamo, questo tipo è completamente diverso: una lastra croccante e finissima, che, se  condita con olio e sale prende il nome di Guttiau, e se invece viene utilizzato per fare delle lasagne prenderà il nome di Pane frattau.

Visitare la grotta del Dio Nettuno: Proprio sotto il promontorio di Capo Caccia a pochi chilometri da Alghero vi è una grotta nel mare tanto maestosa da essere considerata la dimora del Dio del mare. Visitabile solo nelle buone giornate, gode di due ingressi: sia da terra (scalinata lunga circa 700 gradini), che via mare tramite traghetto. Nonostante sia lunga 5 km sono visitabili solo poche centinaia di metri, la grotta è ricca di stalagmiti e stalattiti e accoglie un lago salato di circa 120 metri, ospita, inoltre numerose ‘sale’, quelle aperte al pubblico sono tre: quella dell’Organo in quanto le stalagmiti prendono una forma che ricordano le canne di un organo (visitabile solo durante la bassa marea), la seconda che ospita due targhe in memoria dei reali Vittorio Emanuale Carlo Alberto e la terza soprannominata dei pizzi e dei merletti proprio per via della ricchezza di questi ricami di formazione calcarea.

Partecipare alla Cavalcata Sarda: Una delle celebrazioni più grandi della città di Sassari è la cavalcata Sarda che fa parte delle tre manifestazioni più importanti di tutta l’isola (insieme alla festa di Sant’Efisio di Cagliari e alla festa del Redentore di Nuoro) ove sono riuniti tutti gli abiti tradizionali della Sardegna. La giornata si divide in tre parti: durante la mattinata, nucleo dell’evento, vi è una grandissima sfilata di abiti tradizionali, che attraversa l’intera città fino ad arrivare alla piazza centrale della città (Piazza Italia): uomini, donne, bambini, anziani, a piedi, a cavallo, o su carri ricchi di fiori esibiscono i loro abiti e le pietanze del loro paese d’origine; durante il pomeriggio impavidi cavalieri (come per l’Ardia e la Sartiglia) si sfidano con acrobazie cavalleresche; infine la festa termina alla sera dove a ritmo di balli tipici si esibiscono di nuovo i vari costumi. Probabilmente di origine iberica questa sagra è nata in onore del Re Filippo V di Spagna e da sempre omaggia famiglie reali di passaggio in città, dal Re Umberto I nel 1899 a Vittorio Emanuele III nel 1929 fino al 1982 dove venne celebrata per ben due volte: una come da tradizione, ed una per il celebre Presidente della Repubblica Sandro Pettrini.

Girare per i murales di Orgosolo: Se una volta Orgosolo veniva associata a un covo di banditi, oggigiorno la si ricorda per i suoi dipinti, il primo risale al 1969, creato dal gruppo anarchico milanese Dioniso, seguirono poi manifesti militari che esortavano i pastori a liberare le loro terre e cederle allo stato per scopi militari (vinse la resistenza), queste opere continuarono a essere realizzata nei primi ’70 e continuano tutt’ora. Oggigiorno sono presenti circa 300 opere, la maggior parte come denuncia politica, sociale, nazionale e internazionale, con frasi presenti sia in dialetto che in italiano. Da Craxi a Saddam Hussein, dall’ 8 Marzo a Che Guevara, dal Cristo crocefisso a Sarajevo, raccontando così la storia dell’ umanità, ma attenzione, i murales non vengono restaurati, perciò quello che vedete oggi, potrebbe non esserci più tra qualche anno ed essere sostituito con un nuovo pezzo di storia.

Assaporare il Nepente di Oliena: Il nome di questo Cannonau, di origine greca, significa ‘nessuna tristezza’ ed è questa la prima qualità che viene vantata dagli Olianesi; questo vino rosso con gradazione 15 gradi arriva da un antico vitigno spagnolo, insediatosi perfettamente nelle campagne sarde dal terreno sabbioso e il clima secco. Questa prelibatezza risulta essere presente in tutta la storia, dagli Egizi a Omero, da G. D’ Annunzio ai giorni nostri, sarà forse che bere questo vino sia la causa dell’alto tasso di longevità di quest’isola?

Condividi questa storia sui tuoi social!

Vuoi vivere anche tu un’avventura come questa?

Noleggia un camper e parti alla scoperta della Sardegna