Spesso sentiamo dire che la Sardegna, in virtù dei suoi innumerevoli ambienti, climi e paesaggi, non è solo un’isola, ma un continente. Molti però non sanno che questo continente ne contiene al suo interno un altro: l’Ogliastra, un territorio vario e bellissimo, che spazia dai costoni orientali del Gennargentu a quelli che sono forse i mari più belli dell’Isola, una terra che ospita località turistiche e paesi abbandonati, feste che attraggono visitatori da tutta la Sardegna (e non solo) e monumenti naturali immersi nel silenzio. Senza la pretesa di scrivere una guida approfondita a quello che forse è davvero un continente più che un territorio, immaginiamo un viaggio che, attraversando l’Ogliastra da nord a sud, ci porti a vedere alcune delle sue meraviglie. E questo viaggio non può che cominciare lungo la locale route 66: la SS 125.

Proveniendo da nord, dopo essere entrati da pochi km in Ogliastra, ci troveremo agli oltre 1000 metri di quota di Genna Silana, uno dei passi più alti della Sardegna. Da qui, lasciando le vetture e proseguendo a piedi, potremo scendere lungo il ripido sentiero che, quasi 700 metri più in basso, ci condurrà all’imbocco del canyon più grande d’Europa, la gola di Su Gorroppu. Sia partendo dal fondo di Su Gorroppu sia dal piazzale di Genna Silana, le possibilità per gli amanti della natura sono infinite: la gola stessa si snoda per diversi km e, nei dintorni, sono presenti piscine naturali in cui rinfrescarsi, pareti altissime in cui praticare l’arrampicata, cuili (vecchi ovili costruiti a secco con le pietre e i tronchi di ginepro come copertura) in cui campeggiare, grotte naturali e voragini da esplorare.

Proseguendo lungo la SS 125, merita una deviazione il paese di Urzulei, poco più di 1000 abitanti arroccati a oltre 500 metri di quota in uno dei centri più isolati dell’Isola; il paese si anima in occasione delle numerose sagre e, in particolare, quando vi si svolge il torneo internazionale di murra, che ogni estate vede arrivare in Ogliastra giocatori da tutti i paesi del Mediterraneo.

Un’altra consigliatissima deviazione sul tracciato della SS 125 la troviamo poco dopo il bivio di Urzulei e ci conduce al sentiero per la spiaggia di Cala Luna, la più celebre delle numerose calette del Golfo di Orosei, spiaggie tra le più belle della Sardegna, ma raggiungibili solo in barca o con escursioni di diverse ore. Recentemente è la scoperta che la Codula di Luna (il torrente che dai monti scende fin giù alla spiaggia) è parte di un unico sistema carsico, il più esteso d’Italia coi suoi oltre 70 km di grotte sotterranee che conducono sino alla Grotta del Bue Marino.

Tornando sulla SS 125 e arrivando a Baunei, è possibile prendere la strada che dal paese porta all’altopiano del Golgo, dove si trova l’ennesimo record naturale dell’Ogliastra: la voragine di Su Sterru, la più profonda d’Europa. Dall’altopiano del Golgo partono anche i sentieri che portano alle altre calette del Golfo di Orosei: cala Goloritzé, cala Mariolu, cala Biriola e cala Sisine.

Tornati a Baunei e imboccata nuovamente la SS 125, possiamo fare un salto nella graziosa frazione marittima di Santa Maria Navarrese, dotata di un bel porto turistico da cui partono le barche dirette alle calette del Golfo di Orosei.

Proseguendo lungo la SS 125 fino a Tortolì, capoluogo insieme a Lanusei dell’ormai exprovincia dell’Ogliastra, non possiamo non visitare le famose rocce rosse di Arbatax, soprattutto in occasione delle numerose rassegne che vi si svolgono d’estate, tra le quali il Rocce Rosse & Blues e il Red Valley Festival.

Lasceremo definitivamente la SS 125 una volta arrivati al bivio per Jerzu, “capitale morale” del Cannonau e sede ogni agosto della rassegna Calici di Stelle, in occasione della quale il paese si riempie di migliaia di persone provenienti da tutta la Sardegna per degustare l’eccellente vino locale. Proseguendo sulla SP 11, troveremo alcune interessantissime deviazioni lungo il percorso: le
cascate di Lequarci e la grotta di Su Marmuri in territorio di Ulassai e i paesi fantasma di Osini Vecchio e Gairo Vecchia, entrambi abbandonati a seguito della tremenda alluvione del 1951.

Dal paese di Gairo Taquisara (uno dei tre centri fondati dai residenti di Gairo Vecchia dopo l’alluvione), prendiamo infine la strada che ci porta ad ammirare l’incredibile monumento naturale di Perda Liana e da qui terminiamo il nostro viaggio salendo a piedi, lungo un apposito sentiero, fino alla Punta Lamarmora, il tetto della Sardegna, dalla cui vetta, a 1834 metri d’altitudine, potremo ammirare l’intera Ogliastra, orgogliosi di riuscire ormai a riconoscerne i luoghi più caratteristici.

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